[...] I resti di quello che fu uno dei più potenti eserciti del mondo risalgono in disordine e senza speranza le valli che avevano disceso con orgogliosa sicurezza.
4 novembre 1918 (Boll. 1268)
La data che segna la fine vittoriosa della guerra e commemora la firma dell'armistizio siglato a Villa Giusti (Padova) con l'Impero austro-ungarico fu istituita come festività nel 1919, e successivamente celebrata dal regime mussoliniano come “data più memorabile della storia italiana” (discorso di Mussolini il 4 novembre 1925), ma la “festa” del 4 novembre ha smesso di essere tale nel 1977, quando in un periodo di crisi economica si volle limitare il numero delle festività.
Ancora oggi la data del 4 novembre è legata ad una memoria contraddittoria, che risveglia l’esultanza per la fine di quell’immane conflitto, ma ricorda anche il dolore del nostro Paese per le 600mila morti causate dalla guerra.
Per celebrare questo importante centenario vi mostreremo, giorno per giorno, i bollettini di guerra, tratti del fondo Prefettura Gabinetto, che quotidianamente venivano diffusi, così da ripercorrere insieme gli ultimi giorni del conflitto.
24, 25 e 26 ottobre 1918
24 Ottobre. Il 24 ottobre iniziava l'attacco decisivo italiano sul massiccio del Grappa. Proprio in questa data dell'anno precedente, nel 1917, migliaia di soldati italiani, a causa degli intensi bombardamenti sul monte Krasij, dopo aver trascorso lunghe ore senza ricevere ordini, cercavano disperati di ritirarsi mentre i tedeschi li inseguivano. Era la disfatta di Caporetto...
25 Ottobre. L'attacco continuava anche nel giorno successivo sul massiccio del Grappa. Nel complesso l'alto comando italiano poteva valutare con soddisfazione l'andamento dei combattimenti. Le truppe avevano opposto tenace resistenza e il morale dei reparti appariva più solido
26 Ottobre. La battaglia sul Grappa proseguiva serrata, con fluttuazioni continue; tra gli avversari furono catturati molti prigionieri. Le divisioni italiane continuavano instancabili la loro durissima azione di logoramento.
28 Ottobre 2018
L'esercito italiano, con il valido aiuto delle truppe alleate, tornava a guadagnare le posizioni invase e obbligava l'avversario a retrocedere.
29 Ottobre
Il 29 ottobre era un nuovo giorno di attacchi nel settore del Grappa. Le truppe italiane ed alleate si impossessavano saldamente della riva sinistra del Piave ed espugnavano numerose altre posizioni. Intanto si continuava a respingere gli attacchi dei nemici.
Nella sera Diaz dichiarava: “la lotta continua ma la prima battaglia, la battaglia per il passaggio del Piave è vinta”.
Gli ultimi due telegrammi testimoniano come i deputati delle terre irredente, dei quali è riportato un elenco di nominativi, volgessero il loro animo riconoscente e devoto alla maestà del re d’Italia e come egli, a tale dichiarazione, rispondesse accogliendo con compiacimento la fervida manifestazione di patriottismo.
30 e 31 Ottobre
30 Ottobre. Ad ovest del Piave le armate italiane continuavano ad avanzare rapide travolgendo il nemico che tentava di arginare la marcia. Contare i prigionieri tra gli avversari era impossibile, tanto incalzante era l’azione, ma Diaz comunicava che con l’avanzata, oltre a liberare le popolazioni delle città e dei paesi si liberavano anche i nostri soldati, catturati dal nemico ed obbligati a faticosi lavori nelle retrovie.
31 Ottobre. Il successo italiano veniva definito grandioso, il nemico infatti era in rotta e a stento riusciva a contenere la pressione incalzante delle truppe italiane.
Nel bollettino del pomeriggio il Generale Diaz si rivolgeva ai combattenti d’Italia, esortandoli ed incoraggiandoli con parole vibranti a continuare la lotta per sconfiggere definitivamente il nemico che, seppur ormai in ritirata, continuava ad aggrapparsi alle terre italiane per poter giungere ad una pace ad esso più favorevole.
A sera la battaglia d’Italia veniva dichiarata vinta e si diffondevano orgogliose parole di elogio per le armate italiane. Il fronte di battaglia risultava comunque in continuo spostamento per l’inseguimento delle colonne nemiche ripieganti.
1 e 2 Novembre
1 Novembre. Il nemico resisteva ancora dallo Stelvio all’Astico, vacillava sull’Altopiano di Asiago e si ritirava sul resto del fronte, travolto dal veloce inseguimento dei nostri, intanto le armate ottenevano brillanti risultati nelle loro azioni. Il generale Diaz evidenziava l’elevato numero di prigionieri e il bottino di oltre settecento cannoni, bottino di immenso valore.
2 Novembre. Continuava la resistenza avversaria sull’Altopiano di Asiago, ma altrove le armate italiane e alleate avanzavano inseguendo il nemico in fuga e occupando nuove posizioni. Alcune armate meritavano l’onore della citazione e gli aviatori venivano definiti dal Generale Diaz “padroni del cielo”
3 Novembre
Nuovi assalti venivano lanciati con impeto contro le difese nemiche, ed alcune armate, infranti gli sbarramenti nemici, procedevano ad occupare nuove posizioni.
Sul Tagliamento la cavalleria, debitamente appoggiata dalle batterie a cavallo dei bersaglieri vinceva aspri combattimenti contro l’accanita resistenza dell’avversario.
Da parte del Generale Diaz non venivano risparmiate parole di elogio per i reggimenti che si erano particolarmente distinti, né per gli aviatori, che mantenevano inalterata la loro “eccezionale attività”
A sera giungeva la comunicazione che le nostre truppe avevano attaccato Trento ed erano sbarcate a Trieste, il tricolore italiano sventolava sul Castello del Buon Consiglio e sulla Torre di San Giusto, mentre la cavalleria era entrata ad Udine.
4 Novembre
Il 4 novembre alle ore 15,00 tutte le operazioni di guerra cessavano e veniva proclamata la fine della Grande Guerra.
Il Generale Armando Diaz emanava un bollettino per celebrare la vittoria su "quello che fu uno dei più potenti eserciti del mondo".
5 Novembre e seguenti
Post Scriptum
Questa “mostra virtuale” che l’Archivio di Stato di Salerno ha proposto per il Centenario della fine della Prima guerra mondiale ha lo scopo di realizzare un percorso, che in effetti è quasi un racconto a puntate, in cui il visitatore, attraverso i bollettini quotidianamente diffusi, può rivivere l’emozione degli ultimi giorni della guerra.
L’esposizione dei documenti digitali ci ha dato così allo stesso tempo l’occasione di celebrare un importante avvenimento, la fine della Grande guerra, e quella di valorizzare alcune delle risorse digitalizzate del nostro Istituto, permettendone una più ampia diffusione e conoscenza presso un pubblico specialistico, ma anche generico, fatto di coloro che si avvicinano alle nostre fonti per semplice curiosità.
I dati statistici ci confermano un generale apprezzamento dell’iniziativa con un incremento di visitatori di circa il 30% rispetto al 2017 durante i giorni della mostra.
A tutti i nostri utenti e fruitori va dunque un sentito ringraziamento per aver apprezzato e soprattutto “usato” i documenti che abbiamo reso disponibili, per averli fatti rivivere, e per aver accolto un’iniziativa per noi nuova e che certamente ripeteremo in futuro proponendo nuove tematiche e spunti di riflessione.
Dott.ssa Eloisa Azzaro
[riformattato dalla pagina originale del 2 ottobre 2018]